Commento al Vangelo di domenica 16 settembre

Commento al Vangelo del 16 settembre, XXIV Domenica del Tempo Ordinariocon il commento audio di Don Fabio Rosini:

Libro di Isaia 50,5-9a.

Il Signore Dio mi ha aperto l’orecchio e io non ho opposto resistenza, non mi sono tirato indietro.
Ho presentato il dorso ai flagellatori, la guancia a coloro che mi strappavano la barba; non ho sottratto la faccia agli insulti e agli sputi.
Il Signore Dio mi assiste, per questo non resto confuso, per questo rendo la mia faccia dura come pietra, sapendo di non restare deluso.
È vicino chi mi rende giustizia; chi oserà venire a contesa con me? Affrontiamoci. Chi mi accusa? Si avvicini a me.
Ecco, il Signore Dio mi assiste: chi mi dichiarerà colpevole?

Salmi 116(114),1-2.3-4.5-6.8-9.

 Amo il Signore perché ascolta 
il grido della mia preghiera.
Verso di me ha teso l’orecchio 
nel giorno in cui lo invocavo.
 Mi stringevano funi di morte, 
ero preso nei lacci degli inferi. 
Mi opprimevano tristezza e angoscia
e ho invocato il nome del Signore: 
“Ti prego, Signore, salvami”.
 Buono e giusto è il Signore, 
il nostro Dio è misericordioso.
Il Signore protegge gli umili: 
ero misero ed egli mi ha salvato.
 

Egli mi ha sottratto dalla morte, 
ha liberato i miei occhi dalle lacrime, 
ha preservato i miei piedi dalla caduta.
Camminerò alla presenza del Signore sulla terra dei viventi.

Lettera di san Giacomo 2,14-18.

 Che giova, fratelli miei, se uno dice di avere la fede ma non ha le opere? Forse che quella fede può salvarlo?
Se un fratello o una sorella sono senza vestiti e sprovvisti del cibo quotidiano
e uno di voi dice loro: “Andatevene in pace, riscaldatevi e saziatevi”, ma non date loro il necessario per il corpo, che giova?
Così anche la fede: se non ha le opere, è morta in se stessa.
Al contrario uno potrebbe dire: Tu hai la fede ed io ho le opere; mostrami la tua fede senza le opere, ed io con le mie opere ti mostrerò la mia fede.

Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Marco 8,27-35.

 In quel tempo, Gesù partì con i suoi discepoli verso i villaggi intorno a Cesarèa di Filippo; e per via interrogava i suoi discepoli dicendo: «Chi dice la gente che io sia?».
Ed essi gli risposero: «Giovanni il Battista, altri poi Elia e altri uno dei profeti».
Ma egli replicò: «E voi chi dite che io sia?». Pietro gli rispose: «Tu sei il Cristo».
E impose loro severamente di non parlare di lui a nessuno.
E cominciò a insegnar loro che il Figlio dell’uomo doveva molto soffrire, ed essere riprovato dagli anziani, dai sommi sacerdoti e dagli scribi, poi venire ucciso e, dopo tre giorni, risuscitare.
Gesù faceva questo discorso apertamente. Allora Pietro lo prese in disparte, e si mise a rimproverarlo.
Ma egli, voltatosi e guardando i discepoli, rimproverò Pietro e gli disse: «Lungi da me, satana! Perché tu non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini».
Convocata la folla insieme ai suoi discepoli, disse loro: «Se qualcuno vuol venire dietro di me rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua.
Perché chi vorrà salvare la propria vita, la perderà; ma chi perderà la propria vita per causa mia e del vangelo, la salverà».