Commento al Vangelo di domenica 29 aprile

Commento al Vangelo di domenica 29 aprile, V Domenica di Pasquacon il commento audio di Don Fabio Rosini:

Atti degli Apostoli 9,26-31. 

Venuto a Gerusalemme, cercava di unirsi con i discepoli, ma tutti avevano paura di lui, non credendo ancora che fosse un discepolo. 
Allora Barnaba lo prese con sé, lo presentò agli apostoli e raccontò loro come durante il viaggio aveva visto il Signore che gli aveva parlato, e come in Damasco aveva predicato con coraggio nel nome di Gesù. 
Così egli potè stare con loro e andava e veniva a Gerusalemme, parlando apertamente nel nome del Signore 
e parlava e discuteva con gli Ebrei di lingua greca; ma questi tentarono di ucciderlo. 
Venutolo però a sapere i fratelli, lo condussero a Cesarèa e lo fecero partire per Tarso. 
La Chiesa era dunque in pace per tutta la Giudea, la Galilea e la Samaria; essa cresceva e camminava nel timore del Signore, colma del conforto dello Spirito Santo. 

Salmi 22(21),26b-27.28.30.31-32. 

Sei tu la mia lode nella grande assemblea 
scioglierò i miei voti devanti ai suoi fedeli.
I poveri mangeranno e saranno saziati, 
loderanno il Signore quanti lo cercano: 
“Viva il loro cuore per sempre”. 

Ricorderanno e torneranno al Signore 
tutti i confini della terra, 
si prostreranno davanti a lui 
tutte le famiglie dei popoli. 

A lui solo si prostreranno 
quanti dormono sotto terra, 
davanti a lui si curveranno 
quanti discendono nella polvere. 
E io vivrò per lui, 

Servirà il Signore la mia discendenza; 
si parlerà del Signore alla generazione che viene; 
annunzieranno la sua giustizia; 
al popolo che nascerà diranno: 
“Ecco l’opera del Signore!”. 

Prima lettera di san Giovanni apostolo 3,18-24. 

Figlioli, non amiamo a parole né con la lingua, ma con i fatti e nella verità. 
Da questo conosceremo che siamo nati dalla verità e davanti a lui rassicureremo il nostro cuore 
qualunque cosa esso ci rimproveri. Dio è più grande del nostro cuore e conosce ogni cosa. 
Carissimi, se il nostro cuore non ci rimprovera nulla, abbiamo fiducia in Dio. 
e qualunque cosa chiediamo la riceviamo da lui perché osserviamo i suoi comandamenti e facciamo quel che è gradito a lui. 
Questo è il suo comandamento: che crediamo nel nome del Figlio suo Gesù Cristo e ci amiamo gli uni gli altri, secondo il precetto che ci ha dato. 
Chi osserva i suoi comandamenti dimora in Dio ed egli in lui. E da questo conosciamo che dimora in noi: dallo Spirito che ci ha dato. 

Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Giovanni 15,1-8. 

In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: «Io sono la vera vite e il Padre mio è il vignaiolo. 
Ogni tralcio che in me non porta frutto, lo toglie e ogni tralcio che porta frutto, lo pota perché porti più frutto. 
Voi siete gia mondi, per la parola che vi ho annunziato. 
Rimanete in me e io in voi. Come il tralcio non può far frutto da se stesso se non rimane nella vite, così anche voi se non rimanete in me. 
Io sono la vite, voi i tralci. Chi rimane in me e io in lui, fa molto frutto, perché senza di me non potete far nulla. 
Chi non rimane in me viene gettato via come il tralcio e si secca, e poi lo raccolgono e lo gettano nel fuoco e lo bruciano. 
Se rimanete in me e le mie parole rimangono in voi, chiedete quel che volete e vi sarà dato. 
In questo è glorificato il Padre mio: che portiate molto frutto e diventiate miei discepoli».