Settimana Santa e Triduo Pasquale, ma che significato hanno:
“La Settimana Santa è un tempo di grazia che il Signore ci dona per aprire le porte del nostro cuore, della nostra vita,
delle nostre parrocchie – che pena tante parrocchie chiuse! – dei movimenti, delle associazioni, ed “uscire” incontro agli altri,
farci noi vicini per portare la luce e la gioia della nostra fede.
Uscire sempre! E questo con amore e con tenerezza di Dio, nel rispetto e nella pazienza, sapendo che noi mettiamo le nostre mani,
i nostri piedi, il nostro cuore, ma poi è Dio che li guida e rende feconda ogni nostra azione.
Auguro a tutti voi di vivere bene questi giorni seguendo il Signore con coraggio, portando in noi stessi un raggio del suo amore a quanti incontriamo”.
(Papa Francesco)
I GIORNI DELLA PASQUA: Giovedì Santo, Venerdì Santo, Sabato Santo
Per intendere la celebrazione liturgica di questi tre giorni è necessario cogliere l’unità del mistero della pasqua: il triduo, infatti, non è costituito da tre giorni considerati indipendenti l’uno dall’altro, cioè non sono tre celebrazioni separate, ma la celebrazione di un unico mistero, il mistero di Cristo crocifisso – sepolto – risorto.
Il triduo, in altri termini, è la stessa pasqua celebrata in tre giorni, dal venerdì alla domenica.
GIOVEDI’ SANTO
La Messa nella Cena del Signore.
Questa messa sottolinea il segno della cena attraverso il quale Cristo ci ha dato il rito memoriale del suo sacrificio pasquale.
Così, mentre il triduo evidenzia in un certo senso i momenti cronologici del compiersi del mistero pasquale,
la messa “della cena del Signore” evidenzia l’aspetto rituale attraverso il quale Gesù ci ha dato la sua pasqua da ripresentare sacramentalmente, in mistero.
Una forte sottolineatura va data al precetto del servizio dei fratelli nella carità (segno della lavanda dei piedi)
strettamente legato alla passione del Signore e alla celebrazione eucaristica.
Ha inizio il triduo del venerdì – sabato – domenica.
L’adorazione dell’eucarestia:
al termine della celebrazione della messa, l’Eucarestia viene portata processionalmente ad un luogo debitamente preparato,
perché venga adorata e conservata per la comunione del venerdì santo.
La chiesa, in questa sera consacrata al ricordo dell’istituzione dell’eucarestia,
con il segno dell’adorazione vuole sottolineare anche questo aspetto derivato e dipendente dalla celebrazione della messa:
la presenza permanente di Cristo nel segno del pane – vino consacrati.
L’adorazione deve terminare entro la mezzanotte per rispettare il significato della celebrazione propria di questi giorni.
A quest’ora, al ricordo dell’eucarestia, subentra quello del tradimento, della cattura, della passione e della morte di Cristo.
VENERDI’ SANTO
Per la chiesa non ha il senso di un giorno di lutto, ma di un giorno di amorosa contemplazione della beata e glorioso passione del Signore.
E’ indispensabile per la fede cogliere questo aspetto essenziale del mistero della morte di Cristo:
una morte accettata da Cristo per amore del Padre e degli uomini per essere vinta in lui e per noi.
E’ di aiuto per la nostra pietà soffermarci sugli aspetti delle umiliazioni e delle sofferenze inaudite del crocifisso,
ma questa contemplazione sarebbe sterile e sentimentale senza la fede che ci dice come attraverso questa passione Dio opera la nostra salvezza.
Tutta la liturgia di questo giorno, attraverso la parola di Dio, i riti e le preghiere, ci presenta il senso vittorioso della morte di Cristo.
Il colore degli apparati non è nero e il violaceo, ma rosso, segno del martirio. Cristo, infatti, è il martire per definizione, ossia il testimone dell’amore del Padre col suo sangue versato sulla croce.
Il rito si compone di quattro parti: La liturgia della Parola con tre letture; la solenne preghiera dei fedeli per le grandi intenzioni della chiesa;
l’adorazione della croce; la comunione.
SABATO SANTO
Il secondo giorno del Triduo è costituito dal sabato santo, giorno aliturgico, cioè senza celebrazione eucaristica.
La chiesa, con la liturgia delle ore celebra e medita il riposo di Cristo nella tomba,
la sua discesa agli inferi e attende nella fede e nella speranza l’avverarsi della promessa: dopo tre giorni, risorgerò.
In questo giorno, tutta la fede e la speranza della chiesa è racchiusa in Maria.
E’ il giorno del grande silenzio.
LA DOMENICA DELLA RISURREZIONE
Il terzo giorno del triduo è costituito dalla celebrazione della veglia nella notte e della domenica.
L’attenzione va portata al senso di questa veglia in onore del Signore. Non è vigilia in preparazione della Pasqua,
ma è la celebrazione culminante della Pasqua attraverso l’annuncio della parola di Dio e la celebrazione dei sacramenti pasquali del battesimo
e dell’eucarestia .
Il cristiano deve comprendere che far pasqua vuol dire accettare un grande dono di Dio che trasforma interiormente la sua vita,
rendendola conforme a Cristo morto per i nostri peccati e risorto per la nostra santificazione.
E’ il dono del passaggio da una condizione di vita ad un’altra.
La santità cristiana, perciò, non è conquistata dalle nostre forze, ma consiste essenzialmente nel dare una risposta concreta e
coerente di vita al dono della fede e alla grazia del battesimo. Santa Pasqua di Risurrezione!
(Padri Sacramentini)
che Dio vi benedica e la Mamma vi protegga….